venerdì 26 novembre 2010
Partita senza storia tra Partenope Pomigliano e Rugby Fortore (69 a 7)
Pomigliano, 21 novembre ’10
Il buio era già calato ed i riflettori accesi quando l’arbitro, il signor Luca Cerini, ha fischiato la fine della partita che, allo stadio Leone di Pomigliano D’Arco, ha visto di fronte la Partenope Pomigliano seconda in classifica e il Rugby Fortore, ultima della classe, al suo primo anno di serie C.
Un incontro iniziato con oltre mezz’ora di ritardo a causa del ritardato arrivo della squadra beneventana. Nell’attesa del fischio d’inizio, il sole aveva provveduto ad allontanarsi dal campo, le nuvole avevano scaricato un po’ d’acqua e un paio di limpidi arcobaleni avevano disegnato un grande arco da un orizzonte all’altro. Il fischio d’inizio è stato subito seguito da quello della prima meta napoletana realizzata da Francesco Esposito a conclusione di un’azione sull’ala chiusa e, due minuti dopo, è Ferlito a portare a dieci i punti della sua squadra; poi trasforma Ferrante per il 12 a 0. Le premesse per una partita tutta in discesa ci sono tutte, anche se, prima del decimo minuto il Fortore, approfittando di qualche errore di troppo dei ragazzi del Pomigliano, accorciano le distanze con una meta trasformata. Il gioco prosegue a fasi altalenanti durante le quali di tanto in tanto riaffiorano gli errori consueti dei Partenopei dei quali gli avversari non sanno profittare e si registrano belle azioni concluse puntualmente in meta. Al 18’ segna Ferrante, al 31’ Salierno e al 37’ Iodice. La prima frazione di gioco termina sul punteggio di 27 a 7 per la Partenope Pomigliano.
All’inizio del secondo tempo, il tecnico Lanna opera le prime sostituzioni: Sessa prende il posto di Finelli nella mischia e Ames e Leonetti sono le nuove ali. Escono Ferrante e Palmiero. L’andamento della partita non cambia a causa di qualche errore di troppo e della smania da parte di qualcuno di privilegiare la giocata personale per conseguire la gloria personale della meta a scapito del più lineare gioco di squadra fatto di aperture ai tre quarti. Poi la maggiore esperienza e consistenza tecnica dei Napoletani prevale e ne scaturiscono diverse mete, tutte molto belle. Il primo a segnare, al 17’, è Ames, velocissimo a puntare prima la bandierina e poi a convergere verso il centro dei pali. La trasformazione dello stesso Ames è un gioco da ragazzi. Finalmente, qualche minuto dopo, sopraggiunge anche la tanto sospirata meta di Galvagno con la palla deposta in mezzo ai pali a conclusione di un’azione sviluppasi per le linee centrali. Questa volta della trasformazione si occupa Ambrosio che non fallisce. Passano cinque minuti e Ames è doppiamente protagonista: fa meta e si infortuna. Una sospetta lussazione alla spalla lo costringe ad uscire dal campo sorretto dagli infermieri e viene condotto all’ospedale per gli accertamenti necessari. Al suo posto entra Di Massa. Un po’ prima Esposito e Celardo escono sostituiti da Pasquale Trotta e da Chiaiese.
La partita, intanto prosegue con la trasformazione ad opera di Cardinale e con le incursioni che si fanno sempre più frequenti dei giocatori partenopei verso la meta avversaria. C’è gloria per tutti: per Iodice che opera una velocissima serpentina tra un gruppo di avversari e depone tra i pali. Sua è anche la trasformazione. Passano ancora cinque minuti e questa volta l’azione parte da lontano, tre passaggi dalla mischia verso l’ala e Leonetti è lanciato; davanti a lui c’è quasi metà campo a separarlo dall’area di meta nella quale va a deporre la palla, proprio al centro. La trasformazione è di Cardinale. L’ultima meta arriva quasi allo scadere e premia Cardinale che lascia la trasformazione a Ambrosio.
Ancora qualche battuta e la partita finisce. Tutti al centro per il cerchio di saluto e il corridoio. La partita è stata combattuta al di là di quanto non dica il punteggio finale del quale sugli spalti e anche a bordo campo si era persa la precisa cognizione. Qualche scintilla per qualche durezza di troppo mal sopportata, ma, a centro campo e durante il terzo tempo, il clima è quello tipico delle partite di rugby con la birra a dissetare le gole secche di giocatori, tecnici e dirigenti.
Il punteggio finale registrato dall’arbitro è stato di 69 a 7 per la Partenope Pomigliano che mantiene il suo secondo posto in classifica.
Formazione
Ambrosio, Galvagno, Ferrante (dal 41’ Ames, dal 63’ Di Massa), Esposito F (dal 60’ Trotta P.), Palmiero (dal 41’ Leonetti), Cardinale, Iodice, Salierno, Celardo (dal 60’ Chiaiese), Ferlito (dal 60’ Iacono), Scafaro, Coppola, Finelli(dal 41’ Sessa), Gargiulo, Stochel.
Leonardo Leonetti
22/11/2010 Battipaglia
Battipaglia- Nessuna partita disputata nell’ultima domenica di campionato né per il Rugby club Battipaglia né per l’under 16 che, a causa di svariati problemi, hanno dovuto rinviare gli incontri.
La partita contro il Nuceria si sarebbe dovuta disputare allo Stadio Pastena di Battipaglia ma data l’inagibilità dello stabile, il team battipagliese non ha potuto ospitare la squadra avversaria; lo stesso dicasi per quest’ultima che, a causa dei medesimi problemi, non ha potuto accogliere gli altri giocatori.
L’inagibilità dello Stadio Pastena è stata già da lungo tempo denunciata a chi di dovere che, almeno per il momento, continua a fare orecchie da mercante. Un ulteriore problema è sicuramente sopraggiunto a causa della mancanza d’acqua che negli ultimi tempi sta paralizzando l’intera cittadina, ma le incognite sul funzionamento dello Stadio principale della città, restano comunque molte. E ovviamente a risentire di tutta la situazione sono i giocatori: partite rinviate e non solo. Anche gli allenamenti sono stati pressoché sospesi a causa della crisi idrica che, come si è detto, lascia pressoché all’asciutto anche lo Stadio Sant’Anna, dove normalmente si svolgono gli allenamenti. Si prevedono quindi grandi sacrifici per i ragazzi del Presidente Leo che dovranno giocare ben tre partite in cinque giorni, causa recuperi, perfino il giorno dell’ Immacolata.
Ma i battipagliesi non demordono e continuano con la grinta che li contraddistingue, nonostante le avversità, a credere e a lottare per la propria squadra.
di Katia Dati